Auto a guida autonoma: opportunità di business o minaccia per la sicurezza?

vanina basilli approfondimento sulle auto a guida autonoma

Gli ultimi aggiornamenti per chi è interessato a puntare sul settore dei veicoli automatizzati

Quei viaggi sgradevoli, nella calura estiva sfidata a finestrini aperti, abbassati con faticosi giri di manovella, che lasciavano entrare rumori assordanti. Lo sterzo farraginoso, l’autoradio gracchiante, gli specchietti retrovisori da sistemare a mano. Sedili scomodi, abitacoli inospitali.

Vecchia auto Fiat 500, articolo di approfondimento sulle auto a guida autonoma di Vanina Basilli

Un viaggio in auto, specialmente se lungo, si poteva trasformare in un’ardua odissea.

Oggi, l’aria condizionata, i finestrini automatici, i sensori di parcheggio, lo sterzo che si muove con un dito, gli impianti stereo di ultima generazione, i sedili ergonomici, sono aspetti a cui non badiamo forse più, divenuti ormai scontati.

Il progresso tecnologico ha decisamente rivoluzionato il modo di spostarsi in auto, rendendolo un’esperienza piacevole, comoda, semplice.

E pensare che un giorno, molto presto, potremmo addirittura lasciarci completamente rapire dal paesaggio che scorre accanto a noi, seduti al posto di guida, ma senza guidare davvero. Niente più occhiate fugaci fuori dal finestrino.

Come se la nostra auto si guidasse da sola.

Cosa sono e come funzionano le auto a guida autonoma

Un’auto che si guida da sola. Pura follia? No, realtà.

Si chiamano auto a guida autonoma e si tratta di veicoli completamente automatizzati, che operano cioè senza l’intervento dell’uomo.

Auto autonoma Waymo di Google, articolo di approfondimento sulle auto a guida autonoma di Vanina Basilli

Immagine tratta da: 1. https://www.alvolante.it/news/guida-autonoma-waymo-sceglie-jaguar-i-pace-356500/foto#jaguar-waymo_1_3

I veicoli in questione funzionano grazie all’impiego di sensori radar e lidar (simili a radar, ma con tecnologia laser), telecamere, Gps, uno schermo che mostra il percorso da effettuare e un computer di bordo connesso a Internet.

Le auto a guida autonoma riconoscono la segnaletica stradale, si adeguano alle condizioni del traffico e individuano la presenza e la sagoma di ostacoli (umani, altri veicoli, oggetti di vario tipo).

All’interno dell’abitacolo, un operatore specializzato supervisiona e monitora, potendo assumere in qualsiasi momento il controllo del veicolo, dotato comunque di volante e pedaliera, interrompendo la modalità automatica. Solo alcuni progetti prevedono invece l’assenza di pilota (auto a pilota completamente automatico).

Chi sta investendo nel progetto dei veicoli autonomi

Da qualche anno, alcune aziende leader dei settori automobilistico e hi-tech (Toyota, Hyundai, Volvo, General Motors, Tesla, Uber, Google, per citare le più celebri) stanno investendo ingenti capitali nella sperimentazione di veicoli automatizzati. Si tratta di aziende fermamente convinte della superiorità tecnologica di tali veicoli in termini di sicurezza stradale.

Per questi grandi investitori, le auto senza guidatore sono il futuro della mobilità. L’assunto di base è che l’automatismo totale elimini la distrazione umana dalle cause di rischio e incidente. Con l’auspicio di un’imminente commercializzazione, i colossi coinvolti si prefiggono di beneficiare del progetto fornendo direttamente i servizi di trasporto.

A che punto siamo con la sperimentazione?

Non si parla ancora di lancio e distribuzione sul mercato, ma la sperimentazione si trova attualmente ad uno stadio molto avanzato. Per intenderci, la prospettiva di vedere auto autonome sulle nostre strade è realmente concreta e vicina: Hyundai prevede che per il 2021 circoleranno per le strade della Corea del Sud i primi veicoli senza guidatore.

Hyundai Next auto autonoma, articolo di approfondimento sulle auto a guida autonoma di Vanina Basilli

Immagine tratta da: 2. https://www.alvolante.it/news/prova-hyundai-nexo-guida-autonoma-355925

Per le strade di San Francisco, Toronto, Pechino o Seoul le auto a guida autonoma vengono quotidianamente testate, per lo più in ambienti protetti e in circuiti esclusivi (è il caso di Google), ma talvolta all’esterno. La legislazione dei singoli stati stabilisce la necessità o meno di notificare quando sta avvenendo un test di un veicolo automatico per le strade pubbliche.

Le auto a guida autonoma in Italia

Recentemente, anche l’Italia ha dichiarato di volersi lanciare nella sperimentazione di veicoli a guida autonoma.

Il decreto Smart Road evidenzia l’opportunità di realizzare una rete stradale più digitale e “intelligente”, con infrastrutture coerenti con le linee di tendenza del settore della mobilità. Smart Road sostiene che l’Italia si allineerà alle sperimentazioni sulla guida autonoma, iniziate negli Usa e in alcuni paesi europei già dal 2010.

Aziende e istituti di ricerca interessati potranno condurre test su veicoli a guida autonoma, facendo circolare i prototipi sulle strade pubbliche, previa autorizzazione obbligatoria del Ministero delle Infrastrutture. Nella fase iniziale, i test saranno sempre condotti in presenza di un operatore di sicurezza a bordo, pronto ad intervenire in caso di malfunzionamenti del sistema.

I primi incidenti mortali

Ad essere stata recentemente catapultata nell’occhio del ciclone è Uber, nota azienda di peer to peer carsharing (condivisione di mezzi di trasporto tra privati) nata a San Francisco nel 2009. Dal 2015, Uber esegue test su veicoli senza guidatore.

Auto autonoma Uber incidente, articolo di approfondimento sulle auto a guida autonoma di Vanina Basilli

Immagine tratta da: 3. https://www.abc15.com/news/region-southeast-valley/tempe/tempe-police-self-driving-uber-vehicle-involved-in-car-accident-no-injuries

Il 19 marzo scorso, a Tempe, periferia di Phoenix in Arizona, un veicolo Uber a guida autonoma ha investito e ucciso una donna che attraversava la strada, alle ore 22.00 circa. I video ripresi dalle telecamere interne ed esterne al prototipo durante la sperimentazione notturna mostrano che la donna è sbucata all’improvviso. Tuttavia, ciò non giustifica la mancata reattività di un’auto progettata per attivarsi tempestivamente (almeno quanto un essere umano) in simili casi.

L’operatrice di sicurezza presente all’interno del veicolo non è riuscita a passare con prontezza alla modalità manuale per tentare di evitare l’impatto.

Benché sia noto che l’Arizona sia lo stato più permissivo in termini di regolamentazione sui test su strade pubbliche, le polemiche e le accuse penali a Uber sono state immediate: è in corso un processo che getterà luce sull’esatta dinamica e sulle responsabilità. La polizia, per ora, scagiona l’azienda, sostenendo che neanche il guidatore più esperto avrebbe potuto evitare l’incidente.

Pochi giorni dopo, il 23 marzo, una notizia analoga dilaga sul web: si è verificato un altro incidente mortale sempre negli Stati Uniti, in California, che stavolta coinvolge un’auto a guida autonoma dell’azienda Tesla. Durante una sperimentazione autostradale, è rimasto ucciso l’operatore all’interno del veicolo.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe ignorato i segnali visuali e acustici che gli intimavano di posizionare le mani sul volante del veicolo. L’auto avrebbe sbandato, urtando il guardrail per poi andare in fiamme.

Auto autonoma Tesla incidente, articolo di approfondimento sulle auto a guida autonoma di Vanina Basilli

Immagine tratta da: 4. http://www.bbc.com/news/world-us-canada-43604440

Cambio di marcia per le auto a guida autonoma?

Il caso della donna di Tempe è il primo caso di incidente mortale provocato da un’auto a guida autonoma su strada pubblica. La reazione dell’azienda è stata netta: tutti i test di Uber in Arizona sono stati messi in stand by.

A pochissima distanza temporale, il secondo incidente mortale che ha coinvolto Tesla focalizza nuovamente l’attenzione collettiva sui veicoli automatici. Tutti ne parlano, tutti pensano di avere la verità in tasca. Se esiste comunque una certa percentuale di pericolo, forse meglio non fidarsi e smetterla con questa storia delle auto che si guidano da sole.

Ma siamo sicuri? È intuitivo comprendere che la gravità dei fatti sia suscettibile di rallentare notevolmente la sperimentazione. Le diffidenze e le paure, già statisticamente diffuse, si stanno amplificando adesso più che mai, prima tra tutte la mancanza di un giudizio umano di fronte ad un imprevisto.

Da una ricerca della Mazda, effettuata su circa 11.000 automobilisti in 11 paesi europei nel settembre 2017, è emerso che 2 intervistati su 3 (pari al 66%) non rinunceranno alla guida anche quando sarà disponibile l’autopilota.

Grafico tratto dal reportMazda Driver Project 2017, articolo di approfondimento sulle auto a guida autonoma di Vanina Basilli

Immagine tratta da: 5. https://www.mazda-press.com/eu/news/2017/two-thirds-of-european-drivers-still-want-to-be-able-to-drive-even-if-self-driving-cars-become-commonplace/

È quindi di vitale importanza che le aziende che hanno a cuore il progetto trovino una chiave di lettura per calmare gli animi e ripristinare la fiducia non solo dei cittadini, ma degli imprenditori interessati. Ma appare davvero realistica l’ipotesi di interrompere tutte le sperimentazioni? Allo stadio a cui siamo giunti, ci sentiamo di rispondere di no. Troppe risorse sono ormai in gioco.

Un mercato vitale che guarda al futuro

Il fatturato del settore delle auto a guida autonoma, secondo uno studio di Intel e Strategy Analytics del giugno scorso, vale sette trilioni di dollari. Considerando che già oggi le tecnologie di assistenza alla guida sono sempre più diffuse ed evolute (si pensi ai sensori di parcheggio o alla frenata automatica di emergenza), non c’è ragione di pensare che il mercato delle driverless car non continui a crescere con estrema vitalità.

La diatriba tra sostenitori e scettici certamente si inasprisce: una distrazione umana può infatti causare incidenti gravi o mortali, ma da oggi siamo altrettanto sicuri che anche l’algoritmo su cui si basa il funzionamento dei veicoli a guida autonoma non è infallibile. I fautori dell’intelligenza artificiale onnipotente hanno da qualche giorno nuovi detrattori accaniti alle calcagna.

Tuttavia, la visione di un futuro all’insegna di auto senza pilota resta valida e a portata di mano.

I costruttori possono anzi trarre nuovi stimoli per ripensare alcune operazioni, semplificandole il più possibile, dal momento che i veicoli automatici saranno rivolti anche a persone anziane, o molto giovani o con disabilità. Potrà essere utile implementare funzioni intuitive e facili da gestire, ridisegnare comandi e spazi interni, così da migliorare il comfort degli abitacoli e le tecnologie disponibili.

Non ci troviamo di fronte ad una crisi del settore, ma ad una battuta d’arresto che può illuminare nuovi spazi di manovra e intervento.

About Vanina Basili

Ventottenne fiorentina, sono laureata in Strategie della Comunicazione Pubblica e Politica. Fin da piccola coltivo la passione per la scrittura.
Oggi mi occupo di Seo Copywriting, l'ultima frontiera della creazione di contenuti sul web per migliorare la visibilità delle aziende nel mondo digitale.

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