Intervista ad Andrea Volpini

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Ecco Wordlift: l’intelligenza Artificiale a portata di tutti i piccoli e grandi publisher del mondo.


Oggi parliamo con Andrea Volpini, che rappresenta con il suo socio una delle felici start up italiane di successo e veramente innovative: il loro plugin Wordlift è stato finanziato niente di meno che da Woorank.

andrea volpini intervista

D. Ciao Andrea, piacere di conoscerti. Sono veramente incuriosito da Wordlift, e…scusa la domanda schietta ma vorrei capire se è un competitor di Semrush o Seozoom.

R. No, in realtà lavora bene con quel tipo di strumenti di diagnostica o di analisi di parametri tecnici come i due che hai citato ma Wordlift è qualcosa di completamente differente.

Wordlift è pensato per chi scrive, cioè è un tool che usa l’analisi linguistica per costruire dei metadati più accurati degli articoli che vengono scritti. Quindi rispetto ai tool di analisi è un tool che poi dopo fa delle cose in concreto.

D. Come le fa queste cose Wordlift? Facciamo conto che io stia scrivendo un articolo su Andrea Volpini qual è la differenza sul mio wordpress se uso o non uso Wordlift?

R. In linea di massima se stai usando Wordlift quando scrivi dei concetti come ‘Andrea Volpini’ o ‘Seo’ analizza il testo che scrivi e ti va a prendere dei contenuti da wikipedia per consentirti di arricchire l’articolo e per marcarlo con i dati strutturati. Poi dopo fa altre cose: quando ha preso dei contenuti da delle banche dati esterni (opendata) Wordlift ti crea delle pagine ad esempio ti crea una pagina su Andrea Volpini piuttosto che una pagina sulla SEO.

E queste pagine diventano come un glossario, quindi chi leggerà l’articolo potrà approfondire l’argomento della pagina rimanendo all’interno del sito stesso.

D. Quindi ti aiuta nel link building interno.

R. Certo. Poi, via via che fa questo costruisce una struttura di metadati che descrive il contenuto che tu stai producendo nel tuo sito.

D. Ok, ma non c’è il rischio di contenuti duplicati?

R. No perchè non vai a copiare dei contenuti da altri. Wordlift ti aiuta a disambiguare i contenuti: ad esempio se stai parlando di Andrea Volpini Wordlift farà capire a Google che tu parli dell’esperto SEO – ad esempio – e non del nuotatore omonimo.

In pratica Wordlift aiuta Google a capire bene di ciò che parla il tuo sito, aiutandoti nella corretta indicizzazione e nel conseguente buon posizionamento.

D. Chiarissimo. E tutto questo fa parte di quello che viene chiamata intelligenza artificiale.

R. L’AI in Wordlift è legata a due aspetti sostanziali: la prima è quella del motore interno che analizza quello che viene scritto dall’utente ed estrae i concetti che descrivono l’argomento (non delle semplici stringhe) e sono incrociati con altri dati. Se parli di SEO ad esempio Wordlift non solo capisce di cosa stai parlando ma lo collega ad altri dataset.

D. Un aiuto importante nella gestione degli articoli in ottica SEO.

R. Esattamente. E’ come se Wordlift ti creasse un’organizzazione nuova dei tuoi articoli che si basa su queste cose e quindi ti aiuta nella gestione e nella comunicazione con Google. Ha dei widget di front end che ti consentono di migliorare l’esperienza utente quindi crea delle raccomandazioni per collegare un articolo ad un altro, o per consentire all’utente di approfondire un concetto legato all’articolo che sta scrivendo. Supporta 32 lingue e riesce ad apprendere in base ai concetti  che tu via via stai creando.

andrea volpini featured snippet

D. E i dati?

R. Tutti i dati che Wordlift crea li fa usando il web semantico.

D. Capisco. E aiuta nella ricerca vocale?

R. I dati strutturati oggi giocano un ruolo molto importante nella ricerca vocale e sicuramente Wordlift che è organizzato in questo modo può aiutare molto nel posizionamento.

D. Che idea ti sei fatto sul futuro della SEO? Effettivamente la ricerca vocale influirà molto come si pensa?

R. La mia idea è che ci stiamo spostando dal web delle pagine al web dei dati. Per me la SEO è sempre stata legata ai dati. Dai primi progetti che ho fatto nel 2011, ho sempre ragionato per SEO Sematica, ancora prima che venisse concepito Schema.org, e all’epoca non era molto concreto e solo pionieristico ma oggi è cambiato tutto e il web sta proprio andando in quella direzione.

Oggi i dati strutturati e la semantica sono una delle tecniche principali della SEO.

D. Assolutamente.

R. Più che la voce comunque, io credo che il concetto di AI First (come ha detto il CEO di Google) sia quello che la gente ha più difficoltà a capire.

D. Cioè? Spiegalo a noi comuni mortali (risate, NdR)…

R. AI First vuol dire che l’interfaccia con cui l’utente accede al contenuto non è più la ricerca ma l’intelligenza artificiale. Tu come utente accedi al contenuto attraverso un’interfaccia integlligente che può essere conversazionale dunque basata su un linguaggio naturale. La ricerca oggi entra in contesti dove prima non era presente.

La SERP non sarà più il punto di contatto tra l’utente e il contenuto ma diventerà l’Intelligenza Artificiale.

D. Quando ci sarà questo passaggio epocale secondo te?

R. Guarda Stefano, nel piano industriale di Google è quello che avverrà da adesso ai prossimi cinque anni. E Google sta rincorrendo Amazon che in qualche modo è arrivata prima nell’utilizzo dei dispositivi vocali tipo Echo.

amazon echo

D. Un domani quindi per cercare una cosa non ci sarà bisogno che io vada a digitare qualcosa sul computer. Mi stai dicendo che lo potrò chiedere direttamente al mio Home Pod?

R. Esatto. Il volume e la velocità con cui questo sta avvenendo è superiore a quello che si pensava. Guarda i Rank Zero Result di Google. Un tempo c’erano un fiorire di  siti che ti fornivano l’ora delle varie capitali del mondo, ora Google ti rilascia un solo ed unico risultato: quello giusto, poi ti mette un bottoncino con scritto ‘vuoi vedere altri risultati?’.

D. E chi fa contenuti?

R. Tutta l’industria del contenuto si sta trasformando perché dal momento che il contenuto è diventato un dato, il dato diventa l’elemento sostanziale con il quale l’AI risponde all’utente.

D. Ma allora mi chiedo: chi gestisce delle informazioni come un quotidiano tipo Repubblica, il Sole 24 ore, o altri simili, come si deve adeguare a questo cambiamento per evitare di rimanere indietro o sparire?

R. AI First vuol dire che il contenuto che viene prodotto deve essere organizzato attraverso i dati, che poi è quello che facciamo con Wordlift. Ti faccio un esempio. Oggi possiamo consentire ad un publisher che pubblica dei podcast di poter essere trovato attraverso un’azione vocale come ‘Leggimi l’ultimo Podcast di Repubblica’.

Il dato strutturato consente effettivamente all’AI di rispondere ad una domanda.

Viene da se che dunque e il publisher ha bisogno di strutturare i propri contenuti attraverso dei metadati perché altrimenti non potrà più accessibile da questo nuovo layer basato su AI. Parlo di tutti i devices che oggi stiamo imparando a conoscere come ad esempio gli assistenti intelligenti (Siri), i motori di ricerca verticali, ecc.

La ricerca conversazionale non può dare dieci risultati ma deve dare un unico risultato giusto alla domanda dell’utente. Un dato semanticamente strutturato da una maggiore garanzia a Google che sia quello giusto. Perché lo comprende meglio.

D. Da questo si capisce l’importanza del dato strutturato per chi pubblica contenuti sul web. Se domani non lo fai semplicemente non sarai trovato.

R. Esatto. E’ un dato di sicurezza e di autorevolezza.

D. Andrea, ti ringrazio molto per questa conversazione. Spero che quanto trattato insieme possa aver trasmesso ai nostri lettori uno spiraglio di futuro su quello che sarà la SEO da qui a cinque anni così da essere preparati e pronti già da ora ad affrontarla.

R. Grazie a te Stefano, ci vediamo al WMT.

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